Di Dick Siegel
Le Scream queen vanno e vengono ma c'è una sola autentica Regina dell'Horror – Barbara Steele. Uno sguardo su 5 dei suoi più grandi film di paura (e poi qualcun altro).
Il suo esotico, erotico, oscuro, misterioso fascino catturò i fan quando apparve per la prima volta in LA MASCHERA DEL DEMONIO (alias BLACK SUNDAY) del regista alle prime armi Mario Bava rilasciato nel 1960, che era basato vagamente sul racconto "Viy" dello scrittore russo Nikolai Gogol. Estratta da un mucchio di primi piani, Bava selezionò l'ex studentessa d'arte diventata modella per l'attrice principale del classico del terrore .
Barbara interpreta Asa Vajda che viene condannata per stregoneria dal suo stesso fratello. Del sangue erutta dalla sua faccia dopo essere stata impalata da una maschera di ferro irta di spine, la strega è apparentemente morta. Due secoli dopo, la strega vampirica viene accidentalmente resuscitata e ha solo una cosa in mente -- vendetta! In una dibolica missione per possedere la sua sosia discendente, Katia, interpretata anche essa da Barbara, vengono scatenati orrori inesorabili!
Ricordando il suo lavoro su LA MASCHERA DEL DEMONIO, Barbara scrisse in “The Perfect Vision” magazine, “Entrare nel fresco, oscuro set era come entrare in una cattedrale medioevale in un pomeriggio di mezza estate. Echi di un antica civiltà che erano stati sopiti per secoli. Questo bizarro silenzio scendeva su di noi, questo calmo, mondo sospeso, inquietante e seducente, elegante, teso, circospetto. L'intero film era così monocromatico che nessuno, nemmeno un membro della troupe, indossava un singolo colore sul set - ipnoticamente bellissimo, ammantato di nebbia, luminoso e incandescente, con tutti gli elementi di una manifestazione religiosa.”
Bandito in UK per l'estremo Gore e la violenza, LA MASCHERA DEL DEMONIO fu ottenuto per il rilascio negli Stati Uniti dalla American international Pictures. Divento velocemente il suo più grande incasso di quell'anno.
Realizzando che avevano una star tra le mani, AIP rapidamente accoppiò Barbra con il titano del terrore Vincent Price nell'adattamento di Roger Corman del classico di Edgar Allan Poe IL POZZO E IL PENDOLO (1961).
Rimpolpando il racconto di Poe, lo scrittore de AI CONFINI DELLA REALTà Richard Matheson miscelò un infuso da strega a base di follia, Inquisizione Spagnola, sepoltura prematura e possessione fantasmatica. Barbara interpreta Elizabeth Medina, la moglie di Price la quale è morta in circostanze misteriose.
Ad indagare sulla sua morte improvvisa è il suo ostinato fratello (John Kerr). Sospetta di Price per la sua uccisione ma Vinnie è troppo consumato dalla pazzia e dalle visioni della sua amata moglie Elizabeth per notarlo. In un allucinante sogno a occhi aperti, Price incatena suo cognato al congegno del titolo - sospeso sul pozzo mentre l'affilatissimo pendolo oscilla verso il basso centimetro dopo straziante centimetro.
Tormentando Price dappertutto in apparizioni soprannaturali, Barbara risorge dalla tomba! Ha manipolato l'intero scenario con il suo amante segreto per far impazzire suo marito con successo. Furioso, Price immediatamente strangola Babs, intrappolandola per sempre nell'abbraccio d'acciai di una vergine di Norimberga. “Il nostro confronto principale dove lui mi strangola fu realizzato in una ripresa,” disse Barbara. “Mi aggredì davvero e avevo i lividi sulla gola per provarlo!”
I LUNGHI CAPELLI DELLA MORTE diretto da Antonio Margheriti (alias Anthony Dawson) ritrova Barbara di nuovo in territori familiari - streghe risorte dedite alla vendetta.
Dopo che una maledizione viene lanciata sulla famiglia Karnstein (nessuna correlazione con la trilogia Karnstein della Hammer VAMPIRI AMANTI, MIRCALLA, L'AMANTE IMMORTALE e LE FIGLIE DI DRACULA), Barbara è in grande forma mentre gioca con i suoi aguzzini in un gioco di "vita o morte", minacciando il pigro debosciato in una seduttiva nebbia di magia nera. Si, nudità, ultra violenza e gore a bizzeffe lo rendono da non perdere per i fan dei film dell'horror italiani di serie b.
L'ORRIBILE SEGRETO DEL DR HITCHCOCK (1962) ambientato nel 1885 è una impressionante storia di necrofilia. L'ex dottore (il cui nome è più che familiare alla generazione di ingurgitatori di Pepsi di PSYCHO) perversamente godeva nel drogare sua moglie in uno stato narcolettico per incontri sessuali in stile funereo. La uccide accidentalmente (ovviamente) e si riattacca a Barbara - solo per usare il suo sangue per resuscitare il cadavere in decomposizione della sua prima moglie. Diretta dal Riccardo Freda famigerato per CALTIKI, IL MOSTRO IMMORTALE , Barbara esegue un altra rimarchevole performance in un film il cui riassunto della trama smentisce la sua incredibile piacevolezza.
Barbara inoltre ha avuto una memorabile apparizione in 8 ½ (OTTO E MEZZO) di Federico Fellini come una beatnik esistenzialista il cui grande magnetismo animale semplicemente sopraffà qualsiasi altra cosa sullo schermo . In una sequenza chiave balla un ballo davvero familiare (QT – sto guardando te!) con un tocco di Batussi.
Black Horror - le messe nere (1968) che era basato vagamente su di un racconto di H.P. Lovecraft "I sogni della casa stregata" il regista inglese Tigon accoppia Barbara con le leggende dell'Horror Christopher Lee e, in una delle sue ultime apparizioni sullo schermo, Boris Karloff.
Recensendo il film di mostri, The New York Times disse “Nient'altro…si avvicina a (Karloff) – sebbene ci sia Barbara Steele con la faccia verde che interpreta Lavinia, una fascinosa donna di 300 anni e un cast monumentale che include non meno di sette ragazze, più svariate vergini sacrificali.
Nel 1975, Barbara apparve nel film del maestro dell'orrore oscuro,IL DEMONE SOTTO LA PELLE (alias SHIVERS) cioé David Cronenberg.
“Non so davvero come Cronenberg mi abbia trovato,” ricorda. “Non avevo alcun agente; non ho mai avuto un agente. Me lo ricordo arrivare a casa mia, in un giorno tempestoso alla spiaggia, con un grande mazzo di calendule...Sapeva esattamente cosa voleva. E otteneva sempre esattamente ciò che voleva.”
Dopo essere apparsa nel cult classico del genere "Women in Prison" FEMMINE IN GABBIA per Jonathan Demme e PIRANHA (1978) di Joe Dante per la New World Pictures del produttore Roger Corman, Barbara si prese una pausa dalla recitazione. VInse un Emmy per aver coprodotto la mini serie televisiva RICORDI DI GUERRA con il creatore/produttore di DARK SHADOWS Dan Curtis.
Alla fine lui la attirò nuovamente all'horror gotico che l'aveva resa famosa nel breve reboot televisivo della classica soap oper horror degli ani 60 In DARK SHADOWS (1991), Barbara interpretava la Dottoressa Julia Hoffman che cercava di curare Barnabas Collins (Ben Cross) dal suo vampirismo. Ne le trasfusioni di sangue ne la serie ebbero successo.
Più di recente, la dea gotica è apparsa nel peculiare debutto alla regia dell'attore Ryan Gosling LOST RIVER (2014).
Quando Lord Byron che fu intimo di Mary Shelley scrisse, “Cammina nella bellezza come la notte…” sicuramente aveva previsto Barbara Steele. Salutate tutti LA REGINA DELL'HORROR!
TRADUZIONE a CURA di: DAVIDE SCHIANO DI COSCIA
ARTICOLO ORIGINALE: blumhouse.com/
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