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venerdì 6 maggio 2016

Siamo noi i tipi strani, Mister: L'importanza di Giovani Streghe 20 anni dopo


Avevo 8 anni quando Giovani Streghe uscì, il che voleva dire che non c'era speranza che mi fosse consentito di nollegiarlo dal videonoleggio. Ma la copertina mi ha sempre intrigato, queste ragazze Goth incredibilmente cool che avanzavano impettite verso la camera con i lampi (che denotavano i loro poteri soprannaturali) che vorticavano tutto intorno a loro.

Sapevo che era speciale, che mi avrebbe parlato in modi fino ad allora sconosciuti. E, circa otto anni dopo, i miei sospetti furono confermati (diversamente da Giovani Diavoli, che aveva una copertina similmente cool).

Ho molto per cui ringraziare questo film; c'è una ragione per cui continuo a ritornarci di continuo, come ancora sia importante per me più vecchia divento. È senza tempo, e il suo messaggio femminista è uno che arriverà a segno con giovani ragazze e donne fintanto che guarderemo il film.

Ma, persino più importante, Giovani Streghe è un grido di guerra per i freak, per l'essere diversi. Il provocatorio "Siamo noi i tipi strani, mister" di Nancy è una battuta così classica, è stata scritta sui capi dalla linea di vestiti goth di culto Killstar, assieme alla sua immagine in quanto l'indiscussa regina dei ragazzi goth di tutto il mondo. Beh, a parte Siouxsie, è così.

Giovani Streghe è enormemente progressista in molti modi, follemente in anticipo rispetto al suo tempo in altri.  Dalla storia concentrata sulle donne, al casting di un attrice afro americani in uno dei ruoli principali, tutto ciò che manca davvero alla pellicola è una sceneggiatrice o una regista. Fortunatamente, il suo messaggio di potere femminile traspare a dispetto della quantità di testosterone dietro la macchina da presa.


Le ragazze prendono il soprannome di The Bitches of Eastwick (ndt gioco di parole con il titolo del film the witches of Eastwick) e lo usano a proprio vantaggio, nello stesso modo 'bitch' (ndt stronza) è stato ripreso da donne competenti. E, piuttosto che presentare queste donne come perfette, il film fa bisboccia nell'esplorare i loro difetti, dal perbenismo alla vanità.

Vediamo mentre Nancy prova a ingannare la cotta di Sarah per farlo dormire con lei invece, quanto Bonnie inizi a diventare vanitosa ed eocentrica una volta che le sue cicatrici sono guarite, e la gelosia che portale ragazze a vendicarsi di Sarah una volta che diventa chiaro che lei è la più potente di tutte.

Il messaggio principale è: è ciò che c'è all'interno che conta, persino se ciò che è all'interno è davvero orribile. Il nucleo principale sono sia sorelle per la vita che mortali nemiche. E, per quanto il bullismo sia coinvolto, Giovani Streghe non ci va giù leggero. LO scontro finale usa  allucinazioni pre suicidio di Sarah, mentre Nancy le dice in termini inequivocabili di "andare avanti" uccidendosi, echeggiando i sentimenti futuri di milioni di commentatori su internet.

La cultura dello stupro è rappresentata attraverso il personaggio di Chris e la sua diffusione di un pettegolezzo riguardo Sarah, apparentemente, che è andata letto con lui, essere terribile a letto e poi lo perseguita dopo il fatto. L'ide di qualcosa sotratto dal controllo di una donna e usato contro di lei è esplorato qui in un modo onesto raramente visto altrove. È doloroso, è aspro ed è interamente scorretto.

La sequenza di autolesionismo, che vede Sarah esplicitamente tagliarsi i polsi, non passerebbe mai nel mondo Parental Control odierno (vedere: l'ingiustamente censurato Soulmate di Axelle Carolyn). Ma  è così intrinseco alla sua storia, e al suo emergere alla fine come la più potente di tutte le quattro ragazze, che deve essere grafico e nauseante quanto è. 


L'equivalente moderno che più si avvicina a Giovani Streghe è senza dubbio Mean Girls, che esplora la natura tossica del gossip, bullismo, e l'amicizia femminile quando la lealtà al gruppo è vista come assoluta e una donna inaspettatamente eccelle sulle altre. In entrambi i film, la difficoltà di essere una ragazza adolescenze è rappresentata in modi differenti, sebbene similmente surreali.

E, in entrambi i casi, è la ragazza nuova che cambia e sviluppa lungo il corso della storia, comettendo crimini sociali minori per scoprire chi davvero sia, prima di emergere vincitrice dopo aver ripulito la sua coscienza. In Giovani Streghe, Sarah è l'unica che ha ancora i suoi poteri alla fine, perché è pura di cuore. In Mean Girls, Cady realizza chi siano i suoi veri amici e si sistema una vita felice con essi.

Sarah è in un certo senso l'originale Bella Swan; cupa, emo, un po' blanda e una tabula rasa fino a che non incontra il resto della congrega. Lei è un decente veicolo per il pubblico perché è facile vedere questo nuovo occhio attraverso i suoi occhi, anche se Sarah non è la persona più facile da comprendere di tanto in tanto.

Più memorabile è Nancy, interpretata come solo potrebbe essere da una vera Wiccan (e folle - la sua apparizione nel documentario di Richard Stanley Lost Soul: The Doomed Journey of Richard Stanley’s Island of Dr. Moreau è indicativo del suo particolare tipo di eccentricità) Fairuza Balk Nancy è il cattivo perfetto; la odiamo ma è ancora disperatamente cool.

Lei inoltre ha la più aspra, e più realistica, situazione familiare con una madre sfaticata che sceglie gli uomini a lei e nessun sistema reale di supporto a casa. Ha senso che Nancy si sfoga nel modo in cui fa, la sua rabbia adolescenziale che viene fuori in scoppi violenti di energia non trattenuta. Ovviamente Nancy non capisce, solo come nessuno di noi non poteva quando avevamo la sua età e tutto sembrava andare in modo impossibilmente sbagliato. Piuttosto che colpirci con una grandiosa, non meritata redenzione, la pellicola termina con la peggiore stronza della scuola che marcisce in un manicomio - un pesante atto d'accusa di ciò che accade a coloro che scelgono il sentiero sbagliato.


Giovani Streghe ha una grande, continua importanza culturale, la sua rappresentazione di cultura alternativa maneggiata con zero patinatura hollywoodiana. Citato in tutto da Sex Crimes - Giochi pericolosi al video musicale Black Magic di Little Mix, il film è ancora il biglietto da visita per ogni ragazza adolescente che voglia rendere la sua uniforme scolastica un po' più cool. 

Anche il suo posto nell'horror è interessante, definito più come se fosse un film di adolescenti fantastico che un pieno film di genere. Le radici sono qui, interpreti Neve Campbell e Skeet Ulrich avendo interpretato una coppia nel seminale Scream di Wes Craven lo stesso anno.

Giovani Streghe inoltre vanta il più terrificante (e vero) uso di serpenti sullo schermo da Indiana Jones a questa parte (l'interprete Robin Tunney secondo quanto riferito pensava che sarebbero state usate creature finte). Senza ombra di dubbio l'elemento più spaventoso. comunque, è quanto realistico sia il ritratto dell'orrore della vita adolescente, ma almeno ne usciamo sapendo di non essere soli. 

Vent'anni dopo, se c'è una cosa che Giovani Streghe ci ha insegnato - a parte il fatto che il vinile è meglio decorato con più vinile - è che siamo tutti i tipi strani, mister.

TRADUZIONE a CURA di DAVIDE SCHIANO DI COSCIA
ARTICOLO ORIGINALE:wickedhorror.com/

mercoledì 4 maggio 2016

Probabilmente state guardando i film di SCREAM nel modo sbagliato


di William Bibbiani

C'è qualcosa di cui non parliamo quando parliamo riguardo a SCREAM, e di sicuro sembra che ne parliamo un sacco di SCREAM, no? (E siate avvertiti: stiamo per parlare di SPOILER.)

Originariamente rilasciato nel 1996, lo slasher classico dallo scomparso maestro dell'horror Wes Craven ha da allora sviluppato una duratura reputazione basata sul suo intelligente finale a sorpresa, il suo perverso senso dell'umorismo e la sua allora rivoluzionaria rappresentazione della cultura degli adolescenti contemporanea che era era formata più dai film che guardavano che dalle vite che vivevano concretamente. È famoso. È brillante. È un classico.

SCREAM certamente ha inaugurato un era di film consapevoli di sé lungo molteplici generi, e a oggi riceve molto del suo credito per essere "meta" come non mai. Ma questo non è quello di cui gli SCREAM parlano in realtà, no? Questi costanti riferimenti ad altri film sono solo il linguaggio che Wes Craven e lo sceneggiatore Kevin Williamson (e in seguito lo sceneggiatore Ehren Krueger) usano per raccontare una storia riguardo a un tema molto diverso tutto sommato, e benché quel tema venga discusso in grande dettaglio attraverso la trilogia originale è stato da allora ignorato in favore di questa continua discussione sulla consapevolezza di sé del franchise. 


Se vi state grattando la testa adesso, fatevi una domanda: di che cosa parlano in realtà i film di SCREAM? Perché non parlano di film, questo è sicuro. Questi film semplicemente capita che includano personaggi a cui è semplicemente capitato di guardare altri film. Dopo tutto, quando Billy Loomis rivela la sua motivazione per commettere omicidio di massa alla fine del film originale, lui notoriamente dichiara " I film non creano gli psicopatici, li rendono solo più creativi."

Quindi rimane solo da pensare, allora, che la vera domanda che tutti dovremmo porci è, nel mondo di SCREAM, cosa CREA gli psicopatici? Ma non rompetevi la testa al riguardo perché la risposta è semplice. In SCREAM, il vero nemico è il perbenismo.

Non dimenticate che ogni singolo omicidio nella trilogia originale di SCREAM, per progettazione o per delega, nasce da una palese reazione spropositata alla promiscuità - o l'originale violazione sessuale - della madre di Sidney Prescott, Maureen Prescott. Nel film originale, Billy Loomis incolpa l'infedeltà di Maureen Prescott per la rottura del matrimonio dei suoi genitori, e la uccide per questo, e poi va avanti manipolando la figlia di Maureen Sidney per farle fare sesso con lui.

E perché lo fa? Perché Billy impone lo stesso giudizio sulle donne che i banali registi horror imponevano negli anni 80. Rifiuta di uccidere Sidney fino a che prova di essere una “troia” (l'esatte parole di Billy) tanto quanto lo era la madre. Una donna rompe un codice conservatore di valori familiari, e per questo - per i cattivi della serie SCREAM - merita di morire. E quel che c'è di più, il suo peccato relativamente innocuo fu usato come una scusa per assassinare più di una dozzina di altre persone.



In seguito, in SCREAM 2, quando la mente criminale si rivela essere la madre di Billy, Miss Loomis, anche lei incolpa Maureen Prescott. Mrs. Loomis sostiene che Maureen Prescott fu responsabile per la dissoluzione del suo matrimonio e inoltre incolpa Sidney dell'uccisione di suo figlo alla fine di SCREAM. Non importa, ovviamente, che Maureen fosse soltanto un'adultera, e Billy fosse un assassino. “Vuoi incolpare qualcuno?” Miss. Loomis chiede Sidney puntandole la pistola. “Perché non incolpare tua madre! Lei è stata quella che ha rubato mio marito e distrutto la mia famiglia. E poi tu ti sei presa mio figlio!”

E poi ovviamente c'è il cattivo di SCREAM 3, Roman Bridger, il figlio avuto da Maureen Prescott dopo il suo stupro da parte del produttore John Milton. Maureen Prescott commise "l'errore" di inseguire il suo sogno a Hollywood, e poi fu stuprata in gruppo da una stanza piena di cineasti. Quindi lei scelse di portare a termine la gravidanza e dare il bambino in adozione, ma in qualche modo, solo perché Maureen non l'accolse a braccia aperte quando Roman è comparso all'improvviso quasi due decenni più tardi, Roman si considera la vera vittima. Mostrò a Billy Loomis semplicemente quanto Maureen Prescott fosse una donna in disgrazia, e spronò il ragazzo a commettere omicidi.

D'accordo, ci sono Mickey e Stu, i complici in SCREAM e SCREAM 2. Le motivazioni non hanno niente a che fare direttamente con Maureen Prescott, ma sono spronati alla violenza da coloro che usano la sua promiscuità come una scusa. E anche se Mickey espresse il desiderio di usare i film come una scusa per i suoi omicidi, è tempestivamente ucciso da Miss Loomis, che butta nella cacca l'intera nozione che gli eventi della serie di SCREAM siano mai stati riguardo ai film: "Mickey era un bravo ragazzo, ma, mio dio, quel vecchio movente 'incolpa i film'". L'hai bevuta per un secondo? Povero ragazzo era completamente fuori di testa.”


Forse anche il pubblico lo è. Il punto del originale film SCREAM ha davvero poco a che fare con la sua forma metatestuale e molto più a che fare con i personaggi in esso. I cattivi stanno preservando violentemente l'obsoleto codice morale di una generazione precedente, e l'eroe per una nuova generazione non solo salva la sua vita, ripetutamente, ma inoltre ripetutamente sconfigge coloro che giudicavano sua madre per non aver vissuto conformandosi ai loro irrealistici standard di docile femminilità.  Maureen Prescott non era la moglie o la madre perfetta. Chi lo è? Era una persona vera (vera tanto quanto chiunque possa esserlo nella fiction, comunque) la cui costante disumanizzazione e l'essere vittima del perbenismo suscitò molti maniaci a punire una nuova generazione di donne, personificata da Sidney Prescott.

In SCREAM 4, Sidney Prescott ha scritto un libro motivazionale riguardo a come lei rifiutò di essere vista come una vittima, e come si è tirata fuori da quella mentalità. Uno spera che lei inoltre abbia dedicato molteplici capitoli a sua madre, la quale l'originale trilogia di SCREAM trasformò in una martire per il femminismo moderno, ma il cui significato difficilmente sembra essere discusso da qualcuno. I film SCREAM non parlano della consapevolezza di sé, e non riguardano il genere horror. Riguardano una donna la cui difficile condizione è stata largamente ignorata troppo a lungo.


TRADUZIONE a CURA di DAVIDE SCHIANO DI COSCIA
ARTICOLO ORIGINALE:blumhouse.com

sabato 19 marzo 2016

Cinque ulteriori sottogeneri Horror che potrebbero (o dovrebbero) essere ufficialmente morti


di WITNEY SEIBOLD

In precedenza, abbiamo passato in rassegna cinque sottogeneri horror defunti che hanno - anche se ci sono stati alcuni film di recente che li rappresentavano - essenzialmente perso l'interesse del pubblico. Nessuno, per esempio, cerca film J-horror con l'entusiasmo con cui faceva prima. J-horror è un sottogenere horror morto.

Mentre l'horror compie la sua fiera marcia lungo la Storia, norme culturali in trasformazione assicurano che il genere abbandoni i cadaveri di innumerevoli sottogeneri nella sua scia; semplicemente non troviamo più spaventose alcune cose. Come illustrato nel precedente episodio di questa analisi, poche persone sembrano avere la stessa paura dei culti Satanici suburbani che avevano una volta; questa era la prerogativa dei tardi anni 60 e dei 70. Cosi come le nostre paure cambiano, anche i nostri film fanno altrettanto.

Ma, come è stato già detto, alcuni sottogeneri horror semplicemente scompaiono - alcuni per sempre, altri non proprio. Qualunque intraprendente fan dell'horror dovrebbe, forse, trovare un genere defunto e studiarlo. Non solo farebbe luce sulla storia del genere che tutti noi conosciamo e amiamo, ma offrirebbe un interessante analisi della nostra cultura. Alcune cose ci interessano intensamente... fino al momento quando non lo fanno più.

Ecco cinque ulteriori sottogeneri horror defunti da esaminare:



1. Splatstick

Gli appassionati dell'horror tendono ad avere un senso dell'umore piuttosto salutare riguardo al loro genere scelto di affezione, e questo non risulta più chiaro in nessun altro genere che nel moribondo - e ancora stranamente celebrato - sottogenere dello splatstick. “Splatstick” è una fusione di "splatter" (un sottogenere estremo di horror - forse iniziato dal leggendario Herschell Gordon Lewis - marcato dagli schizzi di sangue) e "slapstick" ( comicità fisica di bassa lega). I film Splatstick ricorrono a un approccio ridicolo al gore estremo; dopo tutto, quando uno spinge il gore abbastanza lontano, diventa in un certo modo assurdo. Molto presto, stai semplicemente leggendo un testo di anatomia, e non provi più shock o paura. Perché non sfruttare quell'estremismo per le risate?

Splatstick può essere un buon modo per portare i non fan dell'horror al genere, in quanto la paura è sollevata dall'umorismo. O potrebbe essere solo una gigantesca battuta, capita sol odalle persone che hanno un implicita comprensione del perché il gore estremo sia attraente. Ad ogni modo, questo è un sottogenere unico e coraggioso i cui classici si stagliano nella memoria culturale. Sto parlando de La Casa 2, i film di Peter Jackson SPLATTER - GLI SCHIZZACERVELLI e BAD TASTE, tutti i film di Frank Henelotter, e praticamente qualsiasi film horror rilasciato dalla Troma. Alcuni includerebbero persino RIKI-OH. Li lascerò fare.

Ma qui c'è l'impiccio: dopo i primi anni 90, la nozione di splatstick andò fuori moda. Gli anni 80 furono un'epoca gloriosa per l'horror, in quanto i cineasti potevano passarla liscia con alcune cose davvero assurde: potete scommettere che TERRORVISION non verrebbe realizzato oggi. Amavo questo genere. Ogni appassionato dell'horror che conosco ama questo genere. Come mai energici film horror commedia sono così rari di questi tempi? Perché il genere è morto? Abbiamo perso il nostro gusto per il bizzarro? Non so voi, ma io non l'ho mai perso.


2. Adattamenti di Edgar Allan Poe

I primi anni 60 videro una nuova esplosione di film horror basati su classici dell'orrore. La Hammer stava resuscitando i vecchi mostri Universal in una nuova forma una generazione dopo, e registi americani dell'horror - soprattutto Roger Corman - iniziarono a guardare al più famoso autore dell'orrore americano, Edgar Alla Poe, per l'ispirazione. Pertanto, ci fu un periodo di cinque anni in cui Poe era dovunque. I film non erano necessariamente fedeli alle storie originali di Poe, ma il suo nome era sulla bocca di tutti. Inoltre, Vincent Price era in molti di essi.

Sono affezionato a I RACCONTI DEL TERRORE, un film a tre episodi con Peter Lorre e Price, ma c'erano inoltre IL POZZO E IL PENDOLO, LA MASCHERA DELLA MORTE ROSSA, LA TOMBA DI LIGEIA, I MAGHI DEL TERRORE, I VIVI E I MORTI  e molti, molti altri. Mi sta benissimo il classicismo, e mentre molti di questi film possono risultare artificiosi per il pubblico moderno (tendono a essere teatrali e melodrammatici), essi attingono maggiormente nel deprimente, sensibilità gotica da vecchio mondo del grande autore.

Poe ancora spunta di tanto in tanto, ma penso che i primi anni 60 l'abbiano bruciato. Mai più.


3. Horror Metafiction

Alla fine degli anni 80, molti critici lasciarono che l'horror si facesse fuori da solo. Non c'era più niente da fare dopo una prolungata decade di seguiti di slasher e,uh, ancora più sequel di slasher. l'Horror si stava fossilizzando, e l'unica cosa che la maggior parte dei registi potesse pensare di fare era mettere in fila teenager e lasciare che un brutale serial killer li abbattesse.  Alcuni di questi film erano buoni, alcuni erano pessimi, ma la maggior parte era stanca.

Fortunatamente, gli anni 90 - il decennio di sarcastica autocoscienza - riuscì a dare un occhiata a questi cliché, e riproporli con un taglio consapevole, ammiccante e leggermente cinico. La metà degli anni 90 vide un'ondata di film horror che mettevano attivamente in discussione la nozione stessa di film horror. Se eri cresciuto con gli horror, sicuramente te ne saresti accorto quando ti fossi trovato in un film horror, giusto? I film diventarono sia su l'horror stesso, e sia sulla meta fiction in cui ti vedevi prender parte. Il fatto stesso che tu lo stia consumando ti rende parte della narrativa.

Pertanto, abbiamo visto NIGHTMARE NUOVO INCUBO portare Freddy nel mondo reale. IL SEME DELLA FOLLIA parlava di un libro horror che era adattato nel film stesso che stavi guardando. SCREAM mostrava teenager parlare di film horror che erano così vicini al vivere. Diventò un cliché di molti film horror degli anni 90 per i personaggi sottolineare il proprio ruolo nel film in cui erano. La quarta parete divenne trasparente. Alcuni film continuano a provare a scuotere un po' lo zeitgeist (QUELLA CASA NEL BOSCO inscena un film horror come un bizzarro giorno di lavoro in un esercizio per placare gli dei), ma furono gli anni 90 la loro epoca d'oro.


4. Vecchiacce Horror

Ho sentito inoltre riferirsi a questo sottogenere come al genere delle "pettegole psicopatiche", o semplicemente "hagsploitation." Questo fu un genere che discutibilmente fu lanciato nel 1962 con l'uscita di CHE FINE HA FATTO BABY JANE?, e visse tranquillamente per qualche anno prima di passeggiarsene via. Il film di vecchiacce era tipicamente su di una esageratamente orrenda vecchia signora - di solito interpretata da una sbiadita star di Hollywood - che sarebbe stata coinvolta in torture mentali, scenografie gotiche, e un sacco di meravigliosa recitazione sopra le righe. C'era raramente sangue in questo sottogenere, ma questo non vuol dire che non fossero una delizia per gli amanti del camp.

I film di vecchiacce erano spesso associati alla comunità gay, grazie a quell'essere sopra le righe. C'è certamente un piacere da gustare - per quanto tragico - nel guardare un'attrice una volta grande abbassarsi a materiale "basso", mentre fornisce al pubblico con un sacco di grida e sgraffiate. PIANO, PIANO DOLCE CARLOTTA, 5 CORPI SENZA TESTA, LA TERZA FOSSA, I RAPTUS SEGRETI DI HELEN e UNA NOTTE PER MORIRE sono tutti fiere perle di questo genere. Non c'è una regola che stabilisca che il titolo debba essere lungo e contenere una punteggiatura insolita (ndt. almeno nella titolazione originale!).

Penso che le attrici siano più sensibili alla loro eredità di questi tempi, quindi il film di vecchiacce potrebbe essere una cosa del passato. Ma, wow, alcuni di questi film sono spettacolari.

5. Remake

Internet ha fratturato la nostra consapevolezza pop, e l'unico modo in cui possiamo tenere un un occhio lucido sulle cose è assicurarsi che non facciamo niente di nuovo per intorbidire le acque già affollate. Pertanto, la nostalgia è la celebrata regola del tempo, e qualsiasi cosa che evochi un titolo che già conosciamo è destinato a guadagnare attrattiva nel mercato corrente.

Quindi, per essere sicura che non abbiamo nessun nuovo intruso nella conversazione horror, Hollywood ha deciso di rifare tutti i suoi horror classici (e anche quelli non tanto classici). Li abbiamo visti tutti al cinema, da NON APRITE QUELLA PORTA a POLTERGEIST a CHIAMATA DA UNO SCONOSCIUTO. Non mi disturbo a elencarne ulteriormente...ce ne sono fin troppi.

Nonostante siamo ancora radicati nelle più profonde trincee della nostalgia culturale (quanti film di supereroi ci sono ancora all'orizzonte di nuovo?), vorrei essere il primo a dichiarare il genere del remake morto...penso grazie alla mera mancanza di materiale da rifare. Stiamo finendo le proprietà familiari. Il prossimo passo è o abbandonare la nostalgia (il che prenderà un lungo e doloroso processo chirurgico), o semplicemente rifare i remake. Vedendo che stiamo per avere presto una terza mitologia di Spiderman nei cinema, e remale di tutti gli adattamenti di fiabe Disney, direi che siamo inclini all'ultima ipotesi.

TRADUZIONE a CURA di:DAVIDE SCHIANO DI COSCIA
ARTICOLO ORIGINALE:blumhouse.com