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sabato 9 aprile 2016

JON BERNTHAL PARLA DI PUNISHER, "WALKING DEAD" E DELL'AMICIZIA CON TOM HOLLAND


di Albert Ching

Meno di un mese dopo il debutto della seconda stagione di "Marvel's Daredevil" su Netflix, Jon Bernthal -- che ha debuttato nello show in grande stile come il personaggio preferito dei fan della Marvel The Punisher (Il punitore) -- ha parlato ai fan in un panel alla ribalta Venerdì pomeriggio all'Emerald City Comicon a Seattle. La conversazione, che intoltre comprendeva un sacco di tempo dedicato al suo ruolo di Shane in "The Walking Dead," è stato moderato dall'ex cattiva di "Buffy the Vampire Slayer" Clare Kramer, una conduttrice regolare negli show ReedPOP.

Iniziando, com'era prevedibile, con una discussione su the Punisher, Bernthal ha commentato su quanto "Sia un personaggio che significa molto per molte persone," aggiungendo che si è preparato leggendo più fumetti interpretati dal personaggio gli fosse possibile.

Kramer ha chiesto sul trovare le versioni del Punisher a cui si è ispirato. " È parlare a tipi pazzi che lavorano nelle fumetterie," ha detto Bernthal, ringraziando i fan dei fumetti per aver accolto la sua interpretazione del personaggio. "Mi sono orientato piuttosto in fretta verso 'Punisher MAX' e Garth Ennis. Ma ci sono così tante grandi interpretazioni. Non per suonare come un attore idiota, ma il mio lavoro è prenderle tutte e farle mie."

Parlando delle motivazioni di Frank Castle, Bernthal ha detto, "É un uomo che si è spezzato con quello che gli è successo ."


Kramer ha chiesto se Bernthal avesse familiarità con i fumetti di "Walking Dead" prima di essere scritturato per lo show televisivo. "No," ha risposto Bernthal. "Lessi la sceneggiatura, mi innamorai della sceneggiatura. Iniziai a leggere il primo numero, e l'ho adorato, e al termine di esso, Io ero morto!"

Bernthal disse che credeva genuinamente che Shane era partito come "un buono, onesto, affidabile" amico di Rick. "E poi lo prendi, nell'arco di 19 episodi, ha dormito con la moglie [di Rick], sta provando a ucciderlo -- è un arco narrativo folle," ha detto Bernthal. "Io ero così grato per quell'opportunità. Molto raramente in Televisione ottieni un arco narrativo completo."

"Uno show sugli zombi sull'AMC avrebbe potuto essere un vero disastro come show," ha detto Bernthal  su "The Walking Dead" e il suo enorme successo. "Tutti erano lì per via dello script, per via del materiale originale, per via di Frank Darabont. è stato un inizio davvero umile."

Ritornando a "Daredevil," Bernthal parlando dell'eseguire le complesse e acclamate sequenze di combattimento dello show. "Il problema è la programmazione," ha detto Bernthal. "Sei contro il tempo continuamente in televisione. Devi fare le cose correttamente. Il team di stuntman, loro sono uno dei migliori team di combattimento del mondo. Loro sono super ambiziosi, andiamo fino in fondo -- è un onore girare con questi ragazzi."

Kramer ha chiesto a Bernthal della sua amicizia con il nuovo Spider-Man Tom Holland, con cui ha interpretato il film "Pilgrimage." "Ho dovuto lavorare con alcune persone meravigliose in questo ambiente, ma in quanto giovane uomo, lui è così saggio, così genuino," ha detto Bernthal. "Lui viene da una buona famiglia. Lui è un attore buono, gentile, incredibilmente stacanovista dal colletto blu, io penso che spaccherà in quella parte."


Bernthal ha rifiutato di fare qualsiasi tipo di accenno al futuro sullo schermo di Punisher. "Letteralmente, nella stessa conversazione in cui hanno chiamato e hanno detto, 'Hey, benvenuto alla Marvel, 'loro hanno detto, 'Tieni la bocca chiusa,'"  ha spiegato Bernthal. "A me piace in quel modo. Questo personaggio, Frank Castle, è nelle mie ossa, è nel mio sangue. Vedremo cosa gli succederà. Non lo so e non sto chiedendo."

Interrogato su come si sia avvicinato alla recitazione, Bernthal ha detto che "mi ha davvero salvato la vita e mi ha messo davvero sulla retta via." "Ero il tipo di ragazzo che si ritrovava sempre in grossi guai," ha detto Bernthal. "Guai seri. Sono sicuro di aver fatto impazzire molte persone." Bernthal seguì un corso di teatro per riempire un credito d'arte, e il primo giorno di corso inventò una storia sul giocare a baseball per onorare la madre morta (come ha spiegato, sua madre è viva e in salute) L'insegnante lo rimproverò dopo che ebbe rivelato la sua bugia, "ma lei era tipo, 'Tu hai un non so ché, ragazzo.'"

La prima domanda dei fan è stata riguardo a quanto allenamento in più Bernthal ha dovuto fare per ruoli molto fisici come il Punisher. "É una delle parti migliori," ha risposto Bernthal. "Abbiamo potuto imparare da tipi che lo fanno sul serio. Queste opportunità, quando ti vengono date, devi dare il 100 per cento."

Il ritratto del Punisher di Thomas Jane ha influenzato Bernthal in qualche modo? "Non so, amico," ha detto Bernthal. "Ho cercato di assorbire tutto. Mi è davvero piaciuto il corto. Forse qualcosa è affondato un po', ma se c'è un interpretazione da cui penso di aver davvero tratto ispirazione, come ho detto, è la serie 'Punisher MAX'. È il fumetto."


Un fan ha domandato cosa fa funzionare il Punisher come personaggio dei fumetti che lo contrappone ai supereroi Marvel. "Non ha superpoteri," ha detto Bernthal. "Il personaggio che ho interpretato nella stagione due di 'Daredevil' -- quello non è davvero il Punisher all'inizio, penso. Non è un tipo che è tutto preoccupato della morale, o di ripulire le strade di Hell's Kitchen. Lui è alle calcagna delle persone che hanno ucciso la sua famiglia, e vuole ucciderle nel modo più brutale possibile. Non sta cercando di raggiungere un giorno di sole un giorno -- quello è andato, quella vita è finita."

Bernthal ha detto ai fan che i suoi membri del cast rimanenti in "Walking Dead" ancora lo aggiornano di tanto in tanto sui futuri sviluppi della trama. "Loro mi raccontano, e mi fa incazzare, perché io non voglio sapere," ha detto.

Qual è stato il ruolo più difficile che Bernthal ha dovuto interpretare? "Sono tutti difficili a modo loro," ha detto Bernthal. "Non ho mai voluto che questo fosse facile. Sono sempre pietrificato dal fatto che faccio schifo, e sono sempre pietrificato dal fatto di poter fallire, e non ho mai voluto cambiare."

Bernthal è per il Team Captain America o il Team Iron Man in riguardo all'imminente "Captain America: Civil War" dei Marvel Studios? "Team Spider-Man," ha risposto Bernthal.

Chi vincerebbe in una scazzottata -- Shane Walsh o Frank Castle? "Frank Castle gli farebbe il culo a strisce," Bernthal ha replicato, con sicurezza.

Alla fine dalla sessione, Bernthal ha risposto a un rapido fuoco di fila di domande della folla, inclusa quale fosse la sua parte preferita nella stagione due di "Daredevil" : "Fare il culo a strisce alle persone in prigione."

TRADUZIONE a CURA di DAVIDE SCHIANO DI COSCIA
ARTICOLO ORIGINALE:comicbookresources.com/

giovedì 2 maggio 2013

Darkman di Sam Raimi


                                              Darkman, l'oscuro eroe dai mille volti 



La Trama
Il dottor Peyton Westlake (Liam Neeson) sta cercando disperatamente di mettere a punto il progetto della sua vita, una pelle sintetica indistinguibilie da quella reale, arrivando a un passo dal realizzarlo ma la pelle pur essendo perfetta ha un fatale difetto: dopo 99 minuti si dissolve nel nulla e l'unica cosa che la fa durare di più è l'oscurità. La fidanzata di Peyton, Julie (Frances McDormand) è una giornalista che sta indagando su di un imprenditore in odor di corruzione e questo mette in agitazione i criminali che lavorano con lui. Per dissuadere Julie dal continuare le sue indagini, i criminali, capeggiati dallo spietato Durant (Larry Drake), fanno irruzione nel laboratorio di Peyton, uccidendone l'assistente, riducendo in fin di vita Peyton e facendo saltare in aria il laboratorio. Lo scienziato, creduto morto da Durant, si risveglia in ospedale ma non è più lo stesso: un intervento chirurgico sui suoi nervi che gli ha donato una sovrumana resistenza al dolore e lo ha reso insensibile alle sensazioni e il volto sfigurato lo hanno reso folle di rabbia. Fuggito dall'ospedale Peyton riorganizza il suo laboratorio e si lancia in una tremenda e mefistofelica vendetta nei confronti di chi gli ha rovinato la vita, trasformandosi nell'inafferrabile giustiziere Darkman.

Sam Raimi e Liam Neeson sul set

Il Regista
Sam Raimi è uno di quei registi che non avrebbe bisogno di presentazioni ma la farò comunque per i più distratti.
Raimi esordisce al cinema nel 1981 con un film che sarebbe diventato un cult, La Casa.
Una miscela di effetti caserecci, ritmo indiavolato che Raimi porta avanti con una regia innovativa e inconfondibile.
Il film oltre a lanciare il nome di Raimi funge da trampolino di lancio anche per Bruce Campbell.
Dopo una commedia folle e surreale, i due criminali più pazzi del mondo, Raimi ritorna al film che gli ha dato notorietà firmandone il sequel, La Casa 2, il film in cui viene rivelato compiutamente tutto il suo talento. Mentre il primo capitolo era incentrato sullo splatter e sull'elemento d'orrore puro questo seguito vira decisamente su di una commistione tra horror e comicità slapstick e questo si giova di un Campbell mattatore indiscusso e irresistibile, una sorta di cartoon folle e sanguinario. Lo stile registico di Raimi si arricchisce e diviene un esperienza sconvolgente per lo spettatore, come un giro sulle montagne russe.

La Casa 2
Raimi aveva concepito questo film e il suo sequel, l'Armata delle Tenebre come un unico film e dopo la Casa 2 avrebbe voluto subito metterlo in cantiere ma il fato decise diversamente. Raimi avrebbe voluto ottenere i diritti per l'eroe pulp "The Shadow" ma non riuscendo ad acquistarli dovette crearsi il proprio supereroe da zero ed è così che nacque Darkman.
A giudicare dall'ottimo risultato forse bisogna esser grati che Raimi non sia riuscito ad acquistare i diritti. Il discreto successo di Darkman concesse la fiducia dei produttori a Raimi che così potè girare il suo capolavoro, l'Armata delle Tenebre, un film di culto.
Con l'Armata delle Tenebre Raimi realizza un film totale, una pellicola personalissima e inimitabile, in cui è riversato tutto l'amore del regista per il cinema fantastico. Anche Bruce Campbell qui raggiunge il suo apice recitativo, interpretando sia il prode e stupidissimo Ash Williams che il suo oscuro antagonista, una versione demoniaca dello stesso Ash.

L'Armata delle Tenebre
Negli anni 90 Raimi si discosta dal fantastico e dall'horror  e viene contattato da Sharon Stone per girare un atipico Western, Pronti a Morire in cui traspose il suo stile personale con omaggi a Sergio Leone scontentando i fan del western classico. Si mantiene lontano dai generi praticati per girare un noir e una commedia romantica: il buonissimo Soldi sporchi e il fiacco Gioco d'amore in cui Raimi appare irriconoscibile.
Nel 2000 Raimi realizza un buon thriller con venature horror, The Gift - Il dono che passa un po' inosservato.   
Il nome di Raimi sembrerebbe destinato a scomparire dall'immaginario collettivo ma dopo esser passato di mano in mano arriva sulla scrivania del Regista de la Casa un progetto destinato a rilanciarlo, Spiderman.
Raimi, fan del personaggio, realizza un buon film che riesce a mediare tra le necessità di un blockbuster e la sua vena autoriale. Il suo Spiderman è un film classico in cui il regista riesce a inserire alcuni tocchi d'orrore e alcune sequenze da antologia (è d'obbligo citare la carrellata finale all'indietro verso l'alto che ricorda quella analoga nel finale di Quarto Potere). Il buon risultato al botteghino permette a Raimi di realizzare Spiderman 2 e qui al regista viene data la possibilità di esprimersi al meglio. Il secondo film dedicato all'Uomo Ragno è un vero e proprio gioiellino nel suo genere: diretto con maestria, ben scritto, toccante, con personaggi ottimamente caratterizzati e un antagonista affascinante e a tutto tondo che avrebbe meritato una pellicola tutta per se, interpretato da un magnifico Alfred Molina. Se nel primo l'orrore era solo accennato, qui Raimi spinge sul pedale dell'Horror, basti ricordare la sequenza della "nascita" del dottor Octopus  che non avrebbe sfigurato in uno degli episodi de La Casa. Il film meritatamente sbanca ai botteghini ma con il capitolo successivo l'idillio viene spezzato.

Il Dottor Octopus


Spiderman 3 è uno dei film peggiori di Raimi, a causa sopratutto di scelte imposte dai produttori.
Raimi avrebbe voluto come antagonista il solo Uomo Sabbia e dedicare il successivo eventuale capitolo al personaggio di Harry Osborn ma i produttori non concordarono e imposero questi e Venom. Difatti si nota che la parte più approfondita e curata è proprio quella dell'Uomo Sabbia.
Il film è confuso e risulta discontinuo ma pur essendo lontano anni luce dal secondo non è quel disastro assoluto di cui si legge in giro.
Quello che per un altro regista sarebbe stata una condanna per Raimi diventa l'occasione per un ulteriore rinascita, che arriva nel 2009 con Drag me to Hell.
Qui Raimi è senza freni e filma una delle critiche più feroci alle derive del capitalismo, la storia di un ambiziosa impiegata di banca che incorre in una tremenda maledizione a causa di una proroga rifiutata a un anziana sinistra signora. Con Drag me to Hell, Raimi fa ulteriori passi avanti nella tecnica registica mettendo 
in scena sequenze dirette in maniera inconfondibile.
Il successo di questo film gli riapre le porte degli studios e gli viene affidato Il Grande e potente Oz.
Di cui si parlerà più in là in un altro articolo.


Il Cast
Nei panni (e nelle bende) del tormentato Darkman troviamo un semisconosciuto (per l'epoca) Liam Neeson. L'attore si trova un po' spaesato in questo ruolo ma va precisato che il personaggio era stato scritto per Bruce Campbell, attore feticcio di Raimi, dotato di un espressività e di una mimica molto superiori a quelle del pur bravo Neeson. Difatti questo salta all'occhio durante le violente crisi di Peyton/Darkman che quelle scene erano state concepite per essere interpretate da Campbell, scene che a tratti ricordano quelle che lo videro protagonista ne la Casa 2. Detto questo, Neeson, seppure imposto dal produttore, svolge comunque un buon lavoro donando a Darkman una sfumatura dolente e malinconica. Frances McDormand ricopre efficacemente il ruolo della "damigella in pericolo", ruolo che per certi versi si palesa come tale solo nel finale in quanto durante lo svolgimento il suo personaggio si dimostra il vero motore dell'azione. L'antagonista di Darkman viene scelto l'attore Larry Drake, un po' bolso a dire il vero ma con la faccia giusta per un cattivo.

Scene Cult
La "trasformazione" di Peyton in Darkman; le crisi del protagonista e lo splendido finale.

Personaggi Cult
Darkman, tenebroso antieroe capace di assumere l'aspetto di chiunque. 

...e Quindi?
Raimi realizza con Darkman uno dei migliori film di supereroi mai realizzato con un protagonista che entra di diritto nella galleria dei personaggi indimenticabili. Darkman, non è un film perfetto comunque soffre di alcune sviste (si veda la scena della fuga dall'ospedale) e di un attore protagonista a volte un po' fuori posto. Darkman ha un ritmo molto inusuale con un inizio a mille e poi man mano rallenta a voler coinvolgere lo spettatore nella discesa nella follia del protagonista fino alla parte terminale in cui sale di nuovo fino a culminare nello struggente e inaspettato finale.
Darkman è anche una riflessione sul cinema e sui suoi limiti, non a caso la pelle sintetica ha una durata di 99 minuti se esposta alla luce e può durare illimitatamente solo al buio.

Sapevatelo
Il personaggio ha continuato la sua "vita" in due sequel per il mercato dell'home video e ha chiuso il cerchio vedendosi assegnata una serie a fumetti (che ha avuto un cross-over con l'altra creatura di Raimi che ha ottenuto un suo fumetto, L'Armata delle tenebre)


Le ultime Parole famose
"Io sono tutti gli uomini e nessuno. Sono dappertutto e in nessun luogo. Io sono Darkman"
Darkman

Darkman si allontana nella folla


Trailer