Visualizzazione post con etichetta Mel Brooks. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Mel Brooks. Mostra tutti i post

sabato 21 maggio 2016

Recensioni dal Festival di Cannes: ‘The Last Laugh’


di Dennis Harvey

Un squadra di comici di serie A così come parecchi sopravvissuti all'Olocausto considerano i limiti estremi dell'umorismo e "buon gusto."

“The Last Laugh” pone la domanda non musical — beh non-musical a meno che non stiate parlando di “The Producers” — “Potranno mai i Nazisti e la Soluzione Finale essere divertenti? Si dovrebbe scherzare al riguardo?” Un gruppo stellato di comici così come parecchi veri sopravvissuti all'Olocausto soppesano la domanda, fornendo una gamma di risposte che sottolinea quanto personale, e mutevole, la nozione di umorismo e offesa siano. Il misto di leggerezza, temi seri, nomi conosciuti e materiali di archivio, nel piacevole documentario ricco di spunti di Ferne Pearlstein dovrebbe trovare sopratutto compratori televisivi in numerosi mercati.

L'Olocausto è il moderno definitore dello standard per argomenti che per consenso popolare sono troppo gravi per consentirne mai la trivializzazione.  Ciò nonostante anche le risate possono essere utilizzate per formulare serie affermazioni, e le frontiere di ciò che costituisce il "buon gusto" (o almeno ciò che non costituisce imperdonabile cattivo gusto) continuano a essere spinte più in là.

Persino i sopravvissuti dei campi di concentramento hanno prospettive estremamente differenti al riguardo. Un detenuto di Auschwitz diventata insegnante, Renee Firestone emerse dalla grande sofferenza - inclusa la morte di sua sorella dopo "esperimenti medici" Nazisti - con la gioia di vivere intatta, forse persino amplificata da una così personale perdita. Lei fornisce un barometro liberale di ciò che è ammissibile nella comicità, mentre guarda un numero di comici improvvisare su YouTube e in altri posti, considerandone alcuni genuinamente divertenti e altri semplicemente di cattivo gusto.

D'altra parte, la vediamo visitare Las Vegas con un amica che non sembra poter liberamente godersi l'escursione o qualsiasi altra esperienza quasi 70 anni dopo la sua esperienza nei campi di concentramento.  Tragedia aggravata da senso di colpa del sopravvissuto l'ha lasciata a vivere in un mondo dove la comicità sembra superflua alla meglio.

Talenti comici, autori e altri dibattono questioni più ristrette: Perché di solito sia OK prendere in giro i Nazisti, ma non l'Olocausto (perché ridicolizzare gli oppressori è una cosa, le loro vittime un'altra); giusto quanto la regola del "troppo presto" scade su argomenti delicati (nessuno imbriglia la presa in giro dell'Inquisizione Spagnola, per esempio, ma le battute sull'Undici Settembre sono ancora "sbagliate"); se la soddisfazione dell'ego premio oscar di Roberto Begnini "La Vita è Bella” sia "assolutamente brillante" (come reputa la the Anti-Defamation League di Abraham Foxman) o “il peggior film mai realizzato” (Mel Brooks, un commentatore MVP qui); e il divario su attuali impiegati come Sasha Baron Cohen, i personaggi spesso fanno la parodia dell'antisemitismo e altri pregiudizi, anche se in maniere sovversive che veri bigotti potrebbero benissimo interpretare come conferma alle loro distorsioni.

L'eterna battaglia tra umorismo e censura è illustrata in un breve sguardo alle battaglie legali di Lenny Bruce, e i suoi odierni (se raramente messi in correlazione) equivalenti come Dave Chapelle, Ricky Gervais, Sarah Silverman, "South Park" e via così, ognuno dei quali frequentemente conta su l'effetto shock di materiale "inappropriato."  

Come più di un professionista dello stand up sottolinea qui, la posta in gioco aumenta con più grandi rischi; se stai per scherzare riguardo a un soggetto "taboo", sarà meglio che si tratti di una barzelletta davvero buona. Clip dal piccolo schermo della definita Joan Rivers e altri illustrano come una battuta poca ispirata che sarebbe stata diversamente dimenticabile può indurre una revulsione che fa cambiare canale quando accade di imperniarsi su Ebrei e forni.

L'assemblagio molto abile di Pearlstein riesce a sollevare tutte queste idee e altre all'attenzione dello spettatore mentre sottolinea che ci sono poche, se ce ne sono, risposte definitive a esse - essendo l'umorismo il valore più soggettivo, persino quando si arriva a un apparente assoluto morale come l'Olocausto. Comicità può essere una tattica di sopravvivenza e un mezzo di vendetta contro la tirannia, persino mentre può essere anche uno strumento di crassa insensibilità.

Brooks ha l'ultima parola quando dice "i comici sono la coscienza delle persone, e gli è consentito un largo attracco in ogni direzione ... persino se è in cattivo gusto."

Materiali di archivio qui permettono un ricco assortimento, da firmati Nazisti confiscati di atti di cabaret effettuati dai prigionieri al megalomaniaco balletto de "Il Grande Dittatore" di Chaplin e filmati dietro le quinte dell'ancora non rilasciato "The Day the Clown Cried" di Jerry Lewis. Più, ovviamente, miriadi di filmati di comici odierni (inclusi molti intervistati qui) - e "Springtime for Hitler," naturalmente.

(Anche a Tribeca.) Durata: 88 MIN.
Produzione
(Docu) A Tangerine Entertainment production. (World sales: Submarine Entertainment, NYC.) Prodotto da Ferne Pearlstein, Robert Edwards, Amy Hobby, Anne Hubbell, Jan Warner. Co-produttori, Anne Etheridge, Dori Stegman.
Crew
Diretto da Ferne Pearlstein. Sceneggiatore, Robert Edwards, Pearlstein, inspired by “The Last Laugh: Humor and the Holocaust” by Kent Kirshenbaum. Camera (color, HD), Pearlstein, Anne Etheridge; montaggio, Pearlstein; music, Joe McGinty; music supervisor, Howard Paar; sound mixers, Richard Fleming, Nico Ruderman, Hilary Stewart, John Slocum, Taj Musco; supervising sound editor/re-recording mixer, Steve Glammaria.
Con
Renee Firestone, Klara Firestone, Mel Brooks, Carl Reiner, Sarah Silverman, Robert Clary, Rob Reiner, Susie Essman, Harry Shearer, Jeffrey Ross, Alan Zweibel, Gilbert Gottfried, Judy Gold, Larry Charles, David Steinberg, Abraham Foxman, Lisa Lampanelli, David Cross, Roz Weinman, Elly Gross, Deb Filler, Etgar Keret, Shalom Auslander, Jake Ehrenreich, Hanala Sagal, Aaron Breitbart

TRADUZIONE a CURA di DAVIDE SCHIANO DI COSCIA
ARTICOLO ORIGINALE:variety.com/

venerdì 23 novembre 2012

The Producers di Susan Stroman


The Producers – una gaia commedia neonazista



Trama
Max Byalistock (Nathan Lane), un tempo era uno dei più potenti produttori di Broadway ma ora è ridotto alla misera: l'unico modo che gli è rimasto per finanziare le sue commedie è corteggiare anziane signore per strappargli ingenti somme di denaro.
Questo fino al giorno in cui Il destino bussa alla sua porta nei panni del timido e complessato contabile Leo Bloom (Matthew Broderick) venuto per revisionare i suoi conti. Leo, involontariamente, fornisce l'idea che con un fallimento Max ricaverebbe molto di più che con un successo.
Max facendo leva sul sogno segreto di Leo di diventare un produttore di Broadway, I due s'imbarcheranno nella folle impresa di produrre il peggior spettacolo di sempre e per riuscirci scrittureranno i personaggi più improbabili sulla piazza: un commediografo nostalgico del nazismo (Will Ferrell), un regista gay con una peculiarissima visione della Storia (Gary Beach) e una segretaria nordica svampita e provocante (Uma Thurman).

Il regista
A dirigere The Producers troviamo la coreografa e regista teatrale Susan Stroman che si rivela essere la scelta giusta per un film che conserva un forte impianto teatrale, in quanto la pellicola è l'adattamento cinematografico di un musical ispirato a sua volta a un film di Mel Brooks.
The Producers è finora l'unica regia cinematografica nella carriera della Stroman, molto impegnata sui palcoscenici di Broadway. Nel 2013 la vedremo di nuovo a lavoro su di un opera di Mel Brooks, difatti sarà impegnata nella direzione su di un musical teatrale ispirato a Frankenstein Junior.

Il cast
Nathan Lane, Matthew Broderick e Gary Reach interpretavano i loro ruoli già nella produzione teatrale. Infatti i tre risultano molto in parte e assolutamente irresistibili: Il Max di Lane è un briccone gigioneggiante pronto a tutto per soldi, Broderick rende il suo Bloom deliziosamente imbranato sia nelle parti recitate che nei numeri musicali e Reach è assolutamente esilarante nella parte del regista Roger DeBris. Le "aggiunte" rispetto alla versione di Broadway sono azzeccatissime: Will Ferrell con il suo autore nazista, Franz Liebkind è uno dei personaggi più divertenti di tutto il film e Uma Thurman con Ulla da corpo a un interpretazione che sprizza fascino e ironia.
In un ruolo canterino troviamo John Barrowman, il futuro Capitano Jack Harkness di Doctor Who e Torchwood.



La colonna sonora
Va da se che in un musical uno degli elementi più importanti sono le canzoni e The Producers ha nella sua colonna sonora motivi che non usciranno tanto presto dalla testa dello spettatore. Da "We can do it" cantata da Max per convincere un timoroso Leo a "Keep it gay" in cui DeBris esprime la sua peculiare visione del Teatro, passando per la "romantica" "That face" cantata dall'improbabile coppia Ulla e Leo ce n'è davvero per tutti i gusti. Ma il pezzo forte è rappresentato di sicuro dalle canzoni che compongono il musical nel film, Primavera per Hitler, impossibile rimanere seri o non esserne coinvolti.

Scene Cult
Il primo incontro tra Max e Leo, Il corteggiamento di Max con le vecchiette e il musical "Primavera per Hitler".



Personaggi Cult
Tutti, dal primo all'ultimo!

...e quindi?
The Producers – una gaia commedia neonazista è un gioiellino d'ironia e divertimento.
Il film gode del tocco graffiante e corrosivo di Mel Brooks, autore del film originale e curatore del Musical ed una delle esperienze cinematografiche più divertenti di sempre!
"We can do it, we can do it!me and you..."
Ancora state qui a leggere? Marsh! filate a vedervelo!

Le ultime parole famose
"a che ora può essere qui al mattino?"
"Ulla sveglia ogni mattina cinque e mezza,
fino alle sette Ulla piace fa esercizio,
dalle sette alle otto Ulla piace fa lunga doccia,
da otto a nove Ulla piace mangiare grande colazione svedese,
tanti aringhe affumicati,
da nove a undici Ulla piace fare pratica cantare e ballare e a undici
a Ulla piace fare sesso.
A che ora io arriva qui?"
"ALLE UNDICI!!!"
Max e Leo rispondono in coro a Ulla